Il mal di schiena da un’altra prospettiva

MAL DI SCHIENA

Il mal di schiena da un’altra prospettiva

“Il mio ricordo d’infanzia preferito è che non mi faceva male la schiena”.

 

Oggi i social mi hanno regalato questo spunto e, dopo un primo istintivo sorriso, si fa strada una riflessione che voglio condividere.

 

Iniziamo col dire che i mal di schiena non sono tutti uguali e, escluse le situazioni dove c’è una patologia o una postura sbagliata da correggere, una volta cambiato il materasso, la sedia dell’ufficio e il divano di casa, c’è da scavare un po’ di più per trovare la causa.

Tutto grava sulla nostra colonna vertebrale, responsabile del tenere in piedi il corpo, sopportando la forza di gravità. Il suo peso  viene avvertito maggiormente quando siamo chiamati a contrastarlo, ad esempio su un sentiero in salita in montagna: se lo hai provato, potrai sicuramente riportare alla mente le tue sensazioni durante la scalata; poi puoi domandarti quante volte nella vita ordinaria, ti sembra di essere nuovamente su quel sentiero a fare fatica per stare in piedi e contemporaneamente avanzare con il battito cardiaco accelerato e il respiro corto.

 

Immagina poi di avere uno zaino molto pesante con dentro tutto ciò che ritenevi necessario per affrontare l’escursione: le cinghie premono sulle spalle, la schiena è bagnata di sudore e la pelle fa fatica a respirare ma sai che se togliessi quella specie di protezione prenderesti freddo e, nel frattempo, la zona lombare duole per lo sforzo.

Quante cose in quello zaino sono realmente utili per l’escursione? Ad esempio, a cosa serve un ombrello se hai un k-way? Quante creme solari hai per proteggerti? Quanti apparecchi elettronici porti con te per immortalare i panorami e che ti distraggono dal vivere davvero quello che stai facendo?

 

E nello zaino che porti con te tutti i giorni, quante idee, preconcetti, giudizi, responsabilità e obblighi ti porti in giro?

Sono tutti quei “devi” con cui, fin da bambini, ci bombardano da più parti contemporaneamente: famiglia, scuola, istituzione religiosa, società. E non intendo dire che siano sbagliati, ma magari non fanno tutti al caso nostro, non tutti si sposano bene con la nostra etica personale e, nel tentativo di seguirli pedissequamente, creiamo un conflitto dentro di noi, oltre all’infelicità.

Le emozioni, i traumi e i conflitti che si accumulano, vengono espressi attraverso il corpo con tensioni, blocchi e contrazioni della corazza muscolare: nulla è veramente indipendente all’interno di noi e tutto ciò che sperimentiamo si riflette nei nostri pensieri, nella nostra struttura e nel nostro sentire e, per questo, andare ad affrontare un disagio dai tre punti di vista è liberatorio a 360°.

Il mal di schiena ci parla di un sovraccarico di responsabilità che costringe al riposo, non solo a livello fisico, ma anche mentale: il nostro corpo ci chiede di arrestare la salita sul sentiero, di prendere una strada più dolce e di liberarci dalle zavorre: ciò che razionalmente riteniamo utile, talvolta si trasforma in ciò che ci danneggia.

 

Come ti sentiresti ad aprire quello zaino e a liberarti di ciò che non serve?

Possiamo svuotarlo insieme senza giudizi e mantenendo solo ciò che fa al caso tuo; contestualmente, andremo a sciogliere le tensioni muscolari della tua schiena attraverso allungamenti e torsioni: un percorso che corre su due binari distinti ma uniti per farti sentire più leggero.

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